Di feste a tema medievale oramai ne è piena la penisola. Organizzazioni e comitive di rievocazione storica oramai sono una realtà che ha portato all’istituzione di fiere campionarie dedicate al merchandising di oggettistica, vestiario e orpelli da parata.
Tutto ciò sta a significare che esiste un importante interesse intorno all’argomento, culturale ed economico e si può riassumere in un concetto virtuoso formato da gente che si diverte, impara e crea comunità.
Questa è stata la nostra sensazione visitando per il secondo fine settimana la festa medievale di Monteriggioni in provincia di Siena. Andando però a scavare nelle pieghe di quella che a prima vista può sembrare una mega sagra in costume della “bella Italia” abbiamo però scoperto delle particolarità che ci sono veramente piaciute, prima su tutte quella della divulgazione del sapere storico raccontato attraverso persone che hanno vestito i panni di uomini vissuti nei secoli del medioevo.
Già, per noi che il medioevo lo abbiamo scelto per mestiere e che siamo un po navigati rispetto alle sole rappresentazioni stereotipate di un periodo fatto per lo più di cavalieri templari, streghe, mangiatori di fuoco, tamburini o maschere sui trampoli, a Monteriggioni abbiamo incontrato anche un’altra faccia del racconto della storia rivissuta: la vita quotidiana, quella reale.
Con la parola “Medioevo” si va ad indicare, secondo le convenzioni, un periodo di circa mille anni che va dalla caduta dell’impero romano alla scoperta delle Americhe, un periodo in cui stili di vita, cibi, professioni, regnanti, contadini ed artigiani hanno trasformato saperi e azioni di generazioni e di comunità. Queste storie sono difficili da raccontare, perché sono storie che dovrebbero essere ben decifrate e messe al loro posto proprio come si fa in una libreria con indice cronologico. Bisognerebbe saper ben distinguere le singole tipologie di azione e di soggetto rispetto al contesto storico-diacronico.
A Monteriggioni tutto questo lo hanno raccontato con le “bolle temporali” (di cui avevamo già parlato in una nostra intervista al Prof. Marco Valenti). Dalla programmazione alla pratica ed ecco sul campo le rappresentazioni dei longobardi che ci hanno portato a rivivere le vicende delle migrazioni e delle influenze reciproche avvenute negli usi e nei costumi tra germani e latini ma con un forte senso di appartenenza culturale delle singole popolazioni, così come dimostrato ad esempio nel rito della sepoltura di un arimanno magistralmente rappresentato.
Un balzo da una bolla temporale all’altra ed eccoci immersi nella zona artigianale del XIII secolo dove falegnami, fabbri, conciatori, tintori, erboristi e panettieri prendono vita nelle loro arti fedelmente rappresentate o come i combattimenti a impatto totale dove la “finzione” è data solo dalle spade non affilate, ma tutto il resto e fatto di colpi inferti con forza per vincere il torneo.
Novità di questo fine settimana è stato l’arrivo sul campo della compagnia dell’Aquila Bianca, un accampamento di XIV-XV secolo composto da fanti, dame, popolane e cavalieri con armature luccicanti. Questi ultimi sono stati protagonisti di giostre equestri e tornei con lancia che ha lasciato anche qualche ammaccatura sulle corazze dei giocatori. Veramente avvincente.
In questo, come in tutta la parte rievocativa, possiamo dire che la direzione scientifica della festa ha colto nel segno, il Prof. Marco Valenti e la sua équipe non sono certo nuovi a queste organizzazioni e la loro grande esperienza di livello europeo ha sempre coniugato la ricerca di alto livello scientifico con la divulgazione di altissima qualità.
Monteriggioni è un paese con architetture storiche ottimamente conservate e dove l’opera dell’uomo è stata parsimoniosa e rispettosa della propria storia ed è proprio per questo motivo che è stato bello vedere la continuità di questa prassi concretizzarsi anche dal rispetto di chi, nel rappresentare un contesto storico, rivaluta e valorizza il lavoro di tanti operatori del settore come archeologi, storici, artigiani e professionisti che per scelta di vita vanno e vengono da una bolla temporale e di questa ne hanno fatto la propria casa e che, come dei bravi padroni di casa, accolgono e ospitano chiunque voglia assaporare una fetta di storia.
Luciano Pugliese